201611.09
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“TESORETTO” IMPERIA BENE COMUNE PRONTA A SFIDUCIARE CAPACCI: “QUEI SOLDI DESTINATI AL PORTO . SIAMO DI FRONTE A UNA GESTIONE SCAJOLIANA DELLE RISORSE”

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Si è tenuta questa mattina in Comune a Imperia una conferenza stampa di Imperia Bene Comune, alla presenza del consigliere comunale Mauro Servalli, del consigliere del cda della Go Imperia Lucio Sardi, di Carla Nattero e di Mariano Mij. Oggetto dell’incontro con la stampa, l’utilizzo del tanto discusso “tesoretto” da 6.5 milioni di euro, derivante dalla transazione siglata dal Comune di Imperia con la Assicurazioni Generali per l’escussione delle fideiussioni a garanzia della realizzazione del porto turistico.

MAURO SERVALLI
“Ci ha dato molto fastidio l’identificazione dei 6 milioni e mezzo con il cosiddetto ‘tesoretto’, in quanto l’amministrazione lascia implicitamente intendere che verrà utilizzato per risolvere le varie grane della città, amministrative e politiche. Questi soldi sono arrivati per le mancate opere di urbanizzazione, mai realizzate dalla Porto di Imperia Spa. Sono legati al porto. Un porto in cui noi non abbiamo mai creduto. Oggi è un grossissimo debito. Si deve cogliere questa occasione per mettere la parola fine al problema porto.
Una parte delle risorse serve per arrivare all’accordo conclusivo con la Porto di Imperia. Fino a questo punto sono stati pagati 680 mila euro per l’affitto di azienda. Soldi che se non si arriverà a un accordo il prossimo 17 aprile saranno buttati. La scelta della gestione pubblica del porto se torna il centro destra verrà messa in discussione.Bisogna salvaguardare la scelta del porto pubblico. Dopo gli anni del Commissario e del centrodestra ci sono situazioni critiche, in particolar modo il dissesto idrogeologico sui abbiamo sempre fatto battaglia. Il Comune in questo senso potrebbe aprire nuovi mutui o spendere una piccola parte del ‘tesoretto’. Certamente il Comunesbaglia nella scelta di spendere tutti i soldi per risolvere tanti piccoli problemi.

La proposta che abbiamo fatto al sindaco Capacci è quella di destinare i 6,5 milioni, tolti i 2 milioni per coprire il buco di bilancio, tra Amat e Tares 2013, per chiudere la partita del porto. Qua c’è però una divisione fatta con il Cencelli, in base alle simpatie del Sindaco. L’assessore Parodi riceverà una fetta ampia del tesoretto. Una scelta che terrà in vita l’amministrazione, ma non darà un futuro al porto.
Sfiducia? Mesi fa avevamo chiesto al Sindaco di risolvere tre problemi, il porto, Rivieracqua e rifiuti. Sul porto non sembra esserci la volontà di chiudere la questione, su Rivieracqua sembra proseguire il tentativo di Capacci di boicottare la società pubblica e anche sui rifiuti non sembra si stia andando verso una soluzione definitiva. Se l’intenzione di questa amministrazione è quella di vivacchiare e di dividersi in puro stile scajoliano le poche risorse che entrano, noi procederemo con coerenza con la mozione di sfiducia. Mi viene in mente l’assessore Leone quando vendette le quote di Amat, una scelta poco coraggiosa e non lungimirante. Anche per noi sarebbe facile fare demagogia, ma abbiamo scelto la serietà amministrativa”.


LUCIO SARDI

“La gestione pubblica dello scalo è un punto fermo. Ho collaborato con i colleghi della Go Imperia per affrontare una situazione molto complessa. Il porto ha molti deficit, legati in particolare ai contenziosi legali con i titolari dei posti barca per gli oneri di concessione. Stiamo cercando di mantenere una gestione pubblica del porto.L’approdo è in affitto d’azienda alla Go Imperia che, dall’agosto del 2014 ad oggi, ha versato 40 mila euro al mese alla curatela fallimentare della Porto di Imperia Spa. Sino a questo momento l’acquisto del porto è stato rinviato perché la Go Imperia non è nella condizione finanziaria e legale per concludere questa operazione. Da aprile del 2017 dovrà dire qualcosa su quello che vorrà fare. Il porto deve diventare una risorsa e una rendita per la città”.

“Il Comune al momento non mi mette nella condizione di portare avanti il mio lavoro. La banca può anche finanziare un progetto imprenditoriale, ma con la concessione demaniale in sospeso ovviamente non accetta di erogare un finanziamento. Dare questo contentino da 2 milioni di euro alla Go Imperia non credo sia la soluzione giusta, ma un errore. Penso sia scorretto mischiare le emergenze diverse, alcune molto acute come Montegrazie. Su Montegrazie giusto investire, ma per altre problematiche il Comune dovrebbe provare ad accedere a fonti statali o europei. Ha pensato alle dimissioni? No, sono stato nominato dalla minoranza consiliare e ho accettato in uno spirito di collaborazione. Se mi arriverà un input da parte della mia parte politica agirò di conseguenza”.

NATTERO

“È in questo momento che si vede la volontà politica sul porto turistico, elemento identitario sul quale si è fondata questa amministrazione. Se su questo punto l’amministrazione butta la palla in avanti, non vuole un punto fermo, è un dato politico essenziale. Noi vogliamo mettere a disposizione dell’amministrazione e dell’opinione pubblica tutti i dati necessari per comprendere che adesso si può rendere concreta la speranza di convertire in un progetto positivo per la città il più grande scandalo degli ultimi anni. Capacci non la pensa come noi perché forse perché non vuole garantire un punto fermo, perché vuole trattare la questione per il futuro. Non chiudere la vicenda del porto è per Capacci un elemento di contrattazione per i prossimi anni, anche in vista delle prossime alleanze politiche”.

MARIANO MIJ

“Per il Comune di Imperia ci vogliono rendite finanziarie costanti. In provincia e a Imperia siamo pieni di incompiute. Grazie a questi soldi è possibile avere un’occasione irripetibile per accedere a entrare correnti e per concludere o risistemare quelle opere mai terminate. E mi riferisco al parcheggio interrato non utilizzabile, alla spiaggia del parco urbano non finita, agli scheletri in cemento armato davanti alla piscina comunale. Questi scheletri deturpano l’ambiente e richiedono un intervento urgente. Se il porto dovesse cadere in mani private ci aspettiamo l’ennesimo episodio di cementificazione”.